FUR di Steven Shainberg
La curiosità m'ha portato a trascurare altro per vedere che aveva combinato Shainberg, che con Secretary aveva seminato più che bene qualche anno fa. Si trovava come soggetto un bel personaggino come l'Arbus, mica ridere.
Ma c'è la Kidman. Che rimane una dea, ma è "Lakidman" prima di essere uno qualsiasi dei suoi personaggi, persino sotto il naso finto di Virginia Wolf c'era lei ed era bella, troppo. E qui ancora una volta con il respiro trattenuto, e gli occhi lucidi, e la disperazione sottopelle etc.
Per questo all'inizio mi godo soprattutto l'ambientazione newyorkese ricca fine '50, ma non molto altro mi viene dato dalla storia vera. E' un ritratto immaginario, c'è scritto anche nel sottotitolo, evabbè. Mi pare abbastanza evidente che un "diverso" come il vicino di casa ben difficilmente avrebbe potuto entrare in quel modo nella sua famiglia, in società, e comunque ci sto, mi sta bene.
Però, per la miseria, un po' di coraggio. Se questa bella signora mi subisce il fascino della deformità, non puoi farmi vedere nel campionario una donna senza braccia, due nani e un gigante. Non c'era un solo pazzo, un malato, l'unico cadavere già ricomposto e truccato, niente di sgradevole, tutto beneducato. Persino la bestia sotto il pelo era quel gran pezzo d'uomo di Robert Downey Jr, mica Lucio Dalla (©meraviglia) e la voce ovviamente non so come fosse in originale ma Luca Ward aveva girato al massimo la manopola strappamutande. Tutto troppo bello. E poco credibile, non abbastanza lontano dalla vita reale da prendere una piega onirica o comunque affascinante, né d'altra parte abbastanza grottesco da giustificare le due o tre scene ridicole, né serioso, cupo, nessun graffio né dolore reale, solo un gran bel contenitore di immagini dai colori strepitosi. E lakidman fuori parte completamente.
La curiosità m'ha portato a trascurare altro per vedere che aveva combinato Shainberg, che con Secretary aveva seminato più che bene qualche anno fa. Si trovava come soggetto un bel personaggino come l'Arbus, mica ridere.
Ma c'è la Kidman. Che rimane una dea, ma è "Lakidman" prima di essere uno qualsiasi dei suoi personaggi, persino sotto il naso finto di Virginia Wolf c'era lei ed era bella, troppo. E qui ancora una volta con il respiro trattenuto, e gli occhi lucidi, e la disperazione sottopelle etc.
Per questo all'inizio mi godo soprattutto l'ambientazione newyorkese ricca fine '50, ma non molto altro mi viene dato dalla storia vera. E' un ritratto immaginario, c'è scritto anche nel sottotitolo, evabbè. Mi pare abbastanza evidente che un "diverso" come il vicino di casa ben difficilmente avrebbe potuto entrare in quel modo nella sua famiglia, in società, e comunque ci sto, mi sta bene.
Però, per la miseria, un po' di coraggio. Se questa bella signora mi subisce il fascino della deformità, non puoi farmi vedere nel campionario una donna senza braccia, due nani e un gigante. Non c'era un solo pazzo, un malato, l'unico cadavere già ricomposto e truccato, niente di sgradevole, tutto beneducato. Persino la bestia sotto il pelo era quel gran pezzo d'uomo di Robert Downey Jr, mica Lucio Dalla (©meraviglia) e la voce ovviamente non so come fosse in originale ma Luca Ward aveva girato al massimo la manopola strappamutande. Tutto troppo bello. E poco credibile, non abbastanza lontano dalla vita reale da prendere una piega onirica o comunque affascinante, né d'altra parte abbastanza grottesco da giustificare le due o tre scene ridicole, né serioso, cupo, nessun graffio né dolore reale, solo un gran bel contenitore di immagini dai colori strepitosi. E lakidman fuori parte completamente.